Il 2025 è quasi arrivato e a quanto pare è tempo di recap.
Avete già ricevuto il riepilogone dalle app che usate?
I riepilogoni mi divertono un sacco! Se apro il mio Spotify trovo un testa a testa tra Bruce Springsteen e Cristina D’Avena, molti podcast e qualche salvifica compilation che mi accompagna in metro.
Per i lettori incalliti a dicembre c’è il gran finale della reading challenge di Goodreads.
Goodreads è un’applicazione di Amazon che serve a tracciare le letture. È di rara bruttezza e sembra programmata per non essere usata. Io mi limito a guardare cosa leggono gli altri, cerco qualche recensione quando inizio un nuovo libro e poco altro.
Forse chi l’ha programmata è un genio: questa app è talmente respingente che ti induce a posare il telefono e aprire un libro.
Tra i lettori la reading challenge è spesso contestata: una gara basata sulla quantità di libri letti è in effetti una gran fesseria.
Negli ultimi anni sono stata interessata ad una sola challenge: la mia.
Sono diventata una lettrice forte a dieci anni e da allora ho sempre tenuto degli ottimi ritmi perché la lettura per me è un bisogno primario. I primi anni della maternità, però, tutto si è fermato. Non ricordo assolutamente nulla di quello che ho letto tra il 2011 e il 2017. Poi un giorno ho scoperto gli audiolibri che sono diventati la scialuppa di salvataggio mentre affondavo in un mare di bucato da piegare.
Un libro alla volta ho ripreso a leggere, poi due libri alla volta, fino a tre, quattro contemporaneamente finché la situazione mi è sfuggita di mano.
Non mi bastava più leggere per piacere: dovevo recuperare tutto il tempo perduto.
Leggo velocemente e mi riconosco quello che si definisce talento per la lettura.
Vedere scorrere caratteri tipografici provoca in me un benessere pari a pochi altri, ma leggo troppo rispetto al tempo che ho a disposizione.
Leggere troppo significa non avere il tempo per riflettere sulla storia, significa dimenticare quasi sempre il finale, significa lasciar andare troppo velocemente gran parte del libro.
Scorro l’elenco dei libri del 2024 e mi sembra trascorsa una vita dalla prima lettura dell’anno. Ma non è una vita, sono tante vite, tanti racconti, tante storie, tantissime pagine.
Leggere non mi basta più, soprattutto leggere tanto non mi soddisfa più e la foga mi fa sbattere contro letture assolutamente evitabili.
Il tasso di abbandono quest’anno è stato altissimo. Leggere consapevolmente significa anche riconoscere quello su cui non vale la pena insistere.
Ho abbandonato tanto ma mi sono divertita un sacco a saltellare tra i tanti volumi riposti a prendere polvere in libreria. Ho letto racconti sparsi, brani da riviste letterarie, sfogliato letture vecchissime divertendomi a rileggere le parti sottolineate. Ho trovato cose nuove sorprendenti e cose vecchissime che mi calzano ancora a pennello.
La mia wrapped del 2024 mi dice che ho letto meno libri ma io so che ho accumulato molte più pagine del solito. Ho unito i puntini facendo nascere questa newsletter grazie a tutta la libertà che mi sono concessa.
E quindi lettrice, e quindi lettore, che cosa ti auguro per questo nuovo anno?
Ti auguro di incontrare libri che ti facciano stare bene e altri che ti mettano in una posizione scomoda. Ti auguro di trovare la lucidità di spegnere qualsiasi dispositivo per goderti davvero quel profumato mucchio di carta. Ti auguro di lasciarti trasportare in India o in Indiana e di goderti davvero questo viaggio. Che ne sia uno o venticinque. Che sia lunghissimo o di poche ore.
Buon 2025 di letture.
Se questa puntata ti è piaciuta e ti va di condividerla pigia il pulsante qui sotto.
Puoi supportare la newsletter offrendomi un cappuccino qui.
Noi ci vediamo tra un mese o poco più.
Tutti i disegni, le animazioni e le elaborazioni delle immagini sono di mia proprietà! Se vuoi condividerle puoi farlo insieme al nome della loro autrice.
Se non sei ancora iscrittə alla newsletter puoi farlo qui
Stesso identico proposito che mi sono fatta per il 2025! Devo dire che la challenge di Goodreads per fortuna l’ho sempre usata più per spronare me stessa che per performatività, ma il rischio è sempre dietro l’angolo… Buone letture :)