Oh, Lila! - Elizabeth Strout ed Elena Ferrante
Qualsiasi cosa succeda, tu continua a studiare
Si chiama Lila.
Proviene da una famiglia poverissima, ha un carattere spigoloso e indisponente ma a scuola spicca per intelligenza e per gli ottimi voti. E vive ad Amgash, Illinois.
Avete letto bene: in Illinois, non a Napoli, perché Lila di cognome fa Lane e non Cerullo.
La prima volta che ho letto “Tutto è possibile” di Elizabeth Strout, ho pensato che il personaggio di Lila Lane non poteva avere i nomi delle due protagoniste de “L’Amica geniale”, uno identico e l’altro anagrammato, per una fortuita coincidenza.
Lila da Amgash è rimasta in un angolino della testa finché mi sono imbattuta in un articolo del Guardian: Elena Ferrante in conversation with Elizabeth Strout (tradotto da Silvia Pareschi per Internazionale, numero del 15 aprile 2022).
Cara Elena Ferrante,
grazie di tutto quello che hai scritto. Sono una tua grande ammiratrice e ho letto tutti i tuoi libri, e ciò mi ha permesso di correre nuovi rischi come scrittrice: un’altra cosa di cui ti sono grata.
Insomma, ho scoperto che Elizabeth Strout è una ferranter e ora la amo un po’ di più.
Unendo i puntini, Lila, Lenù e Lila Lane sono accomunate dalla stessa volontà: accedere all’istruzione come unica occasione per affrancarsi da una realtà ostile

Che si viva in Illinois o a Napoli studiare sembra l’unica opportunità che hanno le protagoniste per fuggire dalla povertà.
“Pensammo che studiare molto ci avrebbe fatto scrivere libri e che i libri ci avrebbero rese ricche. La ricchezza era sempre un luccicore di monete d’oro chiuse dentro innumerevoli casse ma per arrivarci bastava studiare.”
Per Lila Cerullo studiare è un’esigenza, “la manifestazione di un’ansia permanente dell’intelligenza” secondo quanto dice Ferrante stessa.
Lei però non ha nessuno alle spalle che la supporti: la maestra Oliviero, vista la decisione della famiglia di non far studiare la propria figlia, si infuria e abbandona la bambina al suo destino.
Lila Lane invece sa che studiare può salvarla, è successo già a sua zia Lucy Barton. Lei a scuola ci restava ben oltre l’orario scolastico per sfruttare il riscaldamento che nella sua poverissima casa mancava.
Lucy era riuscita ad accedere al college grazie agli ottimi voti e ora la nipote poteva vederla in tv, era una nota scrittrice.
Ma Lila Lane incontra la sua tutor e si mostra oppositiva, la offende.
“E coprendosi la bocca soffocò una risata lunga e profonda che a Patty diede l’impressione di traboccarle dalle labbra come un fiotto di bile in un film dell’orrore”. (Quanto è da Ferrante questo passaggio?)
La signora Patty però legge il suo spavento e non demorde.
Nel caso di Lila questo non avviene e la ragazza affida a Lenù le sue aspettative.
«Qualsiasi cosa succeda, tu continua a studiare».
«Altri due anni: poi prendo la licenza e ho finito».
«No, non finire mai: te li do io i soldi, devi studiare sempre»
«Grazie, ma a un certo punto le scuole finiscono».
«Non per te: tu sei la mia amica geniale, devi diventare più brava di tutti, maschi e femmine».
Ma Lenù senza Lila pubblica solo piccoli libri mentre Lila rinuncia in partenza alla scrittura. “Il peccato originale delle due amiche era aver creduto di potercela fare da sole” dice Elena Ferrante.
Le protagoniste crescono, invecchiano e scompaiono… a Napoli come in Illinois. Lila si dà alla fuga, Lucy Barton torna ad Amghash e ha un attacco di panico, Lenù non si riconosce più nel Rione quando è costretta a tornarci. Cosa farà Lila Lane? Confidiamo in un nuovo libro su Lucy Barton che ce lo racconti (a proposito, la pubblicazione del prossimo è prevista negli USA per agosto 2024).
Elizabeth Strout ed Elena Ferrante hanno due scritture talmente differenti che non avrei mai pensato che tra loro potesse esserci una connessione. Guarda il documentario Ferrante Fever e capirai attraverso le immagini quello che sto dicendo: la voce profonda di Anna Bonaiuto e i fotogrammi di una città bella e feroce si interrompono sul luminosissimo interno che ospita Elizabeth Strout.
Che sia un evento fortuito o un omaggio ben congegnato, Lila Lane mi ha fatto riflettere sul fatto che ci si alimenta spesso ad una fonte lontana. Può succedere di dover attraversare il tunnel grigio ai margini della città di Napoli per scrivere di enormi campi di soia e di silenziosi sobborghi americani.
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Ma che scoperta bellissima la tua NL! Gongolo :)